Testudo hermanni
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Tarta, Testuggi, Turtuga
La Testuggine Comune si distingue per il carapace bombato e robusto, più elevato rispetto a quello della Testuggine Palustre Europea ( Emys orbicularis ), da cui si differenzia anche per la colorazione: il fondo del carapace è giallo-ocra o arancio, ornato da macchie nere che variano per forma e distribuzione fra gli individui.
Le dimensioni mostrano marcato dimorfismo sessuale: le femmine possono raggiungere i 18–20 cm di lunghezza e i maschi raramente superano i 16 cm.
Il sessaggio è facilitato da alcune peculiarità morfologiche:
Due dettagli permettono di riconoscere con sicurezza la Testuggine Comune rispetto ad altre specie affini: la placca sopracaudale nettamente divisa (sebbene risulti intera in alcune popolazioni della sottospecie orientale) e la presenza di un robusto astuccio corneo all’estremità della coda.
Nel confronto tra sottospecie, la Testuggine Comune orientale ( Testudo hermanni boettgeri) presenta carapace più ampio, toni più spenti tendenti al giallo-verde e macchie scure irregolari sul piastrone, con sutura femorale simile a quella pettorale.
La sottospecie occidentale ( Testudo hermanni hermanni) si riconosce per due larghe bande nere sul piastrone e una sutura femorale più estesa della pettorale.
Nel continente vivono tre specie alloctone del genere Testudo (Testudo graeca, Testudo hermanni , Testudo marginata), ma solo T. hermanni è autoctona nell’Italia peninsulare e insulare.
Questa specie è frazionata in due sottospecie riconosciute:
Un tempo commensale dei paesaggi rurali e ampiamente diffusa nell’areale mediterraneo occidentale, oggi la popolazione di Testudo hermanni hermanni risulta drammaticamente ridotta e confinata a limitate aree residuali.
In Liguria la presenza attuale è ritenuta non naturale: i pochi esemplari rinvenuti negli ultimi decenni derivano da rilasci illegali o fughe dalla cattività; non esistono prove convincenti di popolazioni autoctone stabili nella provincia di Savona e nell’intera regione.
L'unica popolazione di rilievo prossima alla Liguria sopravvive nel dipartimento del Var (Francia), grazie a progetti di tutela e reintroduzione (SOPTOM).
L’habitat tipico è rappresentato dalla macchia mediterranea soleggiata a prevalenza di Leccio (Quercus ilex), dove si alternano zone umide ed ombrose a chiazze di gariga e sottobosco asciutto, con abbondanza di cespugli utili come rifugio.
La Testuggine Comune non disdegna ambienti più antropizzati come radure, margini di coltivi e boschi misti di Roverella (Quercus pubescens) o Quercia da sughero (Quercus suber).
Nei mesi estivi ricerca zone fresche per sfuggire alla disidratazione, mentre in inverno seleziona aree secche, rivolte a sud e al riparo dal vento per il letargo.
Soggiorna principalmente al di sotto dei 400 metri di altitudine (eccezionalmente fino a 600 metri in Corsica).
La microdistribuzione dipende da disponibilità di rifugi, tranquillità e ricchezza di risorse trofiche.
Specie schiva e poco sociale, la Testuggine Comune adotta un comportamento prevalentemente solitario, con interazioni interspecifiche limitate soprattutto ai periodi riproduttivi.
I maschi possono mostrare momenti di aggressività mutua non per il territorio, bensì legati alla semplice presenza e alla competizione tra individui.
L’attività si svolge dalla metà di marzo a fine ottobre, intervallata da uno stato letargico protetto in buche scavate nel terreno durante l’inverno.
Il picco di vitalità coincide con la primavera, quando la ricerca del partner motiva spostamenti anche considerevoli.
L’accoppiamento – generalmente cruento – è caratterizzato da morsi e tentativi di immobilizzazione della femmina da parte del maschio, seguiti dalla monta.
La distanza tra accoppiamento e deposizione delle uova si aggira sui 20 giorni.
Le femmine depongono, in media, da 3 a 5 uova ogni stagione riproduttiva, occasionalmente replicando la deposizione dopo 2–3 settimane.
Le uova sono leggermente più grandi di quelle della Testuggine Palustre Europea ( Emys orbicularis ).
La schiusa avviene dopo circa 90 giorni, con determinazione del sesso influenzata dalla temperatura media di incubazione.
La dieta della Testuggine Comune è prevalentemente erbivora e si basa su una ricca varietà di erbe spontanee (graminacee e papilionacee in particolare), frutti maturi, fiori, foglie secche e, talvolta, piccoli invertebrati come lumache e lombrichi.
Non mostra predilezione per le essenze aromatiche (timo, lavanda, rosmarino), mentre non è raro osservarla praticare la geofagia, ingerendo foglie secche, terra e pietre per integrare calcio e sali minerali necessari al metabolismo osteo-scheletrico.
La principale minaccia è rappresentata dalla predazione delle uova da parte di mammiferi opportunisti quali Volpe (Vulpes vulpes), Faina (Martes foina) e Tasso (Meles meles), che possono compromettere intere nidiate nelle ore successive alla deposizione.
Studi condotti in Francia (Var) stimano la perdita fino al 95% delle uova entro 48 ore.
Un ulteriore, storico pericolo è costituito dagli incendi ricorrenti in aree di macchia mediterranea, spesso fatali per individui adulti e soprattutto per embrioni e neonati.
La raccolta illegale, la distruzione degli habitat, l’impatto dei veicoli e le modifiche antropiche al paesaggio contribuiscono al rischio di estinzione locale della specie.
Fra i comportamenti più spettacolari si annoverano gli scontri ritualizzati tra maschi, il cui scopo non è la difesa territoriale né la conquista di una femmina, ma l’affermazione della propria presenza.
I contendenti si osservano tatticamente, mordendosi collo e arti anteriori, ritraendo poi la testa per caricare e urtare rumorosamente il carapace dell’avversario.
Il suono prodotto può essere udito a distanze di 60–70 metri e rappresenta un segnale tipico delle aree colonizzate dalla specie.